Il sito web è destinato a scomparire?

Qualche anno fa, l’unico modo che un’azienda aveva per rivolgersi agli utenti era attraverso il suo sito web. Quell’epoca sembra ormai lontana… i siti non sono desueti, ma hanno perso importanza. Lo vediamo quotidianamente, quando cerchiamo gli orari di apertura, l’indirizzo o il numero di telefono di un negozio: è raro avere bisogno di visitarne il sito web, la scheda Google è più che sufficiente.

Fin da quando sono emerse, le piattaforme (specialmente i motori di ricerca e i social network) sono diventate dei passaggi obbligati per i consumatori. E da allora fanno di tutto per conservare questa posizione privilegiata.

Google My Business, Facebook, Instagram, WhatsApp, TikTok… Con tutti questi nuovi attori, il sito web sembra destinato a scomparire. Inizialmente al centro dell’ecosistema digitale, ora non è che un ingranaggio del meccanismo. Un componente certamente importante, ma che al momento si trova in competizione e che sarà soppiantato da altri attori.

Google cambia le carte in tavola

Le abitudini degli utenti evolvono sotto l’impulso di questi nuovi attori che godono di una audience considerevole. L’esempio di Google, con lo sviluppo del profilo dell’attività (ex Google My Business) è il più lampante.

Illustration de l'évolution de l'affichage des photos dans l'aperçu des fiches Google My Business
L’evoluzione della visualizzazione delle foto nell’anteprima delle schede di localizzazione di Google.

Questo strumento pensato per mettere in relazione utenti e aziende attraverso Google Search e Google Maps è estremamente efficace. Non c’è più bisogno di visitare un sito web per trovare un numero di telefono, inviare un messaggio, richiedere delle indicazioni, prenotare, verificare la disponibilità dei prodotti, trovare gli orari, leggere le recensioni dei clienti… tutto ciò è già a disposizione sulla scheda dell’attività.

Allo stesso modo, le novità annunciate alla conferenza Search On 2022 confermano questa direzione. Attualmente, Google sta lavorando per apportare una risposta già dalla tappa dei suggerimenti: gli utenti saranno direttamente rediretti verso una scheda Google My Business. Le classiche pagine dei risultati (SERP) non verranno più automaticamente proposte e al loro posto verrà messa in evidenza una serie di contenuti già filtrati e selezionati da Google.

Illustration de l'une des nouveautés annoncées lors du Google Search On
Una delle nuove funzionalità annunciate a Google Search On.

In conclusione, in un contesto del genere il sito web non è più neanche compreso. Dando la priorità al suo universo, il motore di ricerca è sempre più che un semplice intermediario. Di conseguenza, non ci sorprenderà vedere aumentare il tasso di ricerca “zero-clic” negli anni a venire.

Comprare direttamente dalle piattaforme, sul serio?

Abbiamo ancora bisogno di visitare il sito web di un negozio prima di andarci? No, le schede Google spesso ci bastano. Il percorso di acquisto dei consumatori è sempre più digitale e raramente raggiunge la tappa del sito web. 

Perché prendersi il disturbo di visitare un sito web, quando la scheda di un ristorante include:

  • Un tasto per le prenotazioni
  • Orari di apertura aggiornati
  • Un menu completo accessibile in un clic 
  • Un indirizzo e la possibilità di calcolare l’itinerario da Maps
  • Una valutazione media e una lista di recensioni dei clienti

Tutte le informazioni essenziali si trovano lì, che si tratti di cercare informazioni, prendere decisioni e persino passare all’azione. Ovviamente è un caso estremo; il sito web è ancora utile in molti casi, per capire meglio che tipo di servizi e prodotti offre un’azienda, ad esempio. Tuttavia, non è più sistematicamente al centro della strategia digitale delle aziende.

Démonstration de la commande au restaurant depuis Google Business Profile
E possibile ordinare al ristorante direttamente da un elenco di Google.

Non è ancora così frequente poter comprare da una scheda Google o da un’altra piattaforma, però possiamo osservare sempre più esempi in tutto il mondo: in India, fanno la spesa da JioMart su Whatsapp, in Cina su WeChat, negli Stati Uniti ordinano da BurgerKing direttamente su Google Maps… le aziende approfittano dei nuovi canali per aderire alle nuove abitudini dei consumatori. La promessa è bella e piena di potenziale. Combinando comfort e praticità, a queste iniziative non manca nulla per entrare a far parte dell’uso comune.  

In India è molto facile fare acquisti direttamente da WhatsApp. Bastano pochi clic per riempire e pagare il carrello.

È questa la fine del sito web?

È vero che la crescente influenza delle piattaforme nel processo di acquisto sta avendo un impatto negativo sull’audience dei siti web. Ma noi crediamo che siano e rimarranno rilevanti.

Se il vostro sito è ben progettato, ha buoni contenuti e uno Store Locator, vi aiuterà a posizionarvi più in alto nelle query che i vostri clienti digitano su Google. Si tratta di un importante vantaggio competitivo in un momento in cui il percorso di acquisto inizia molto spesso su Internet.

Inoltre, oggi le piattaforme forniscono solo una panoramica della vostra offerta o le informazioni di base di cui l’utente di Internet ha bisogno per fare una scelta.

Il sito web, invece, permette al vostro gruppo target di andare oltre ed è il mezzo ideale per sviluppare la vostra proposta di valore attraverso un copywriting accurato.

Inoltre, al momento di fare un acquisto importante, quando sono indecisi tra diverse aziende, i consumatori hanno ancora il riflesso di andare sui siti Internet. Questa è la vostra occasione per anticipare i vostri concorrenti, costruendo un’esperienza utente unica.

Domani, man mano che le piattaforme offriranno sempre più possibilità agli utenti di Internet, i siti web potrebbero avere una nuova vocazione. Quella di offrire agli utenti un’immersione più completa nel mondo del marchio. Sarà un modo per attirare i clienti potenziali e rafforzare il rapporto con quelli esistenti. Ciò sarà tanto più valido per gli acquisti costosi o nel settore del lusso, quando i consumatori ci pensano due volte prima di dare il numero della carta di credito.

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Di Aurélien Robert

Responsabile editoriale

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